PINOCCHIO… FAVOLA PIU’ CHE SERIA
Pinocchio aveva recitato così bene, che il burattinaio Mangiafuoco gli dette cinque monete d’oro. Il Burattino avrebbe dovuto farne tesoro: erano il frutto del suo lavoro. Invece se li lasciò portare via dalla Volpe zoppa e dal Gatto cieco, che lavoravano in coppia fissa. I truffatori gli promisero che le cinque monete sarebbero diventate mille e Pinocchio ebbe fiducia in loro. Tutti sanno che cosa accadde: il Gatto e la Volpe, travestiti, lo impiccarono ad un albero. Purtroppo non bastò. Li incontrò di nuovo e si lasciò condurre nel Campo dei Miracoli, dove seppellì le quattro monete rimastegli (con la quinta aveva pagato da mangiare per i due compari, all’Osteria del Gambero Rosso) e perdette anche quelle. La Storia non di rado si ripete, ed ora sembra che il Gatto e la Volpe si sono messi insieme: la Volpe è un pò zoppa, ma sta ancora in piedi; il Gatto, cieco è sempre stato, ma la Volpe lo guida sino alla meta comune. In tanti, oggi, ricordano quel plebiscito, descritto da Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo, che cambiò tutto per non cambiare nulla: “Dal fondo scuro della piazza salirono applausi ed evviva; dal balconcino di casa sua, Angelica, insieme alla cameriera funerea, batteva le belle mani rapaci; vennero pronunziati discorsi: aggettivi carichi di superlativi e di consonanti doppie rimbalzavano e si urtavano nel buio da una parete all’altra delle case; nel tuonare dei mortaretti si spedirono messaggi al Re (a quello nuovo) ed al Generale; qualche razzo tricolore si inerpicò dal paese al buio verso il cielo senza stelle. Alle otto di sera tutto era finito, e non rimase che l’oscurità come ogni altra sera, da sempre”. E’ un pericolo reale, ma solo un pericolo. La battaglia non è ancora perduta. Basta che Pinocchio sappia chi sono il Gatto e la Volpe; che si convinca che, se non vuole restare un burattino e vuole diventare un uomo, cosciente e libero, col Gatto e con la Volpe non deve proprio andare. Favola più che seria…
Pubblicato su Proposte n. 9 del 16-30 giugno 1996