GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO
Oggi sui giornali e sul web viene ricordato l’anniversario della strage di via d’Amelio, dove persero la vita Paolo Borsellino e la sua scorta. Poco più di un mese prima, la stessa sorte era toccata a Giovanni Falcone e alla sua scorta. A caldo, nell’immediatezza del fatto, sulla mia rubrica “Osservatorio” del giornale Proposte, così ho commentato le due tragedie.
SULL’ASSASSINIO DEL GIUDICE FALCONE…
Sull’assassinio del Giudice Giovanni Falcone, della moglie e della scorta, è ormai stato scritto di tutto… per molti versi secondo un copione già usato in altre occasioni: Moro, Dalla Chiesa, Bachelet, Insalaco, Chinnici, Cassarà… ecc. ecc. ecc…
Quindi è fuori luogo ripetere lo sgomento, lo stupore, la rabbia, le solite “prediche”… C’è troppa gente che sta pagando un grosso tributo di sangue per la salvaguardia della nostra libertà, e di fronte al sangue è bene mettere in azione il cervello piuttosto che la lingua… perché a mettere in moto la lingua ci pensano i “professionisti” dell’antimafia, quelli che hanno aggredito Falcone, dopo averlo esaltato, quando questo non si è prestato ai loro fini… quelli che lo hanno additato come disertore quando da Palermo si è “trasferito” a Roma… Per questo, su Falcone, non voglio dire altro… in un momento in cui tutti, tanti ipocritamente, non fanno altro che blaterare sgomento e paura, dopo aver insozzato e delegittimato Falcone. Io preferisco tacere e lasciare all’intelligenza di quelle poche persone che hanno la pazienza di leggermi, ogni commento e considerazione.
Ma di una cosa non posso tacere, perché è una cosa che non riuscirò facilmente a dimenticare: il volto sconvolto della vedova dell’agente Vito Schifani, ucciso con gli uomini della scorta di Falcone. Una ragazza di 22 anni, “vedova bambina” l’ha definita qualcuno, che la forza dei sentimenti ha ingigantito in quel grido “mafiosi inginocchiatevi”, espresso tra singhiozzi e svenimenti, nella “preghiera” pronunciata dall’altare durante i funerali degli uccisi. Uno dei più toccanti e drammatici richiami che abbia mai toccato la coscienza di tanti italiani. Ai funerali ha addosso una camicia rosa… era del marito, gliela aveva regalata lei… più tardi dirà: “Voglio che facciano giustizia, Vito credeva nella giustizia. Voglio vedere il Presidente della Repubblica, voglio che mi dicano che la giustizia arriverà finalmente. Voglio che Vito e tutti gli altri se ne vadano con tutti gli onori. Non voglio soldi. Il capo della Polizia ci ha consegnato una busta con dieci milioni, ma io voglio giustizia. Voglio che pubblichiate una foto di Vito, una bella. Ne ho una, una in cui sta benissimo e ride… Una in cui sta con me e con il bambino… Tutti e tre assieme…”.
Io non posso aggiungere altro… in questi casi il silenzio più che un dovere è un obbligo!
PUBBLICATO SU PROPOSTE DI NICOTERA NEL MAGGIO DEL 1992
DOPO FALCONE… ANCHE BORSELLINO! …BASTA!
“Dopo la strage di Capaci mi sembra, quasi, di essere un morto che cammina”. Questa, più o meno, una tra le ultime affermazioni del giudice Paolo Borsellino. E, purtroppo, Paolo Borsellino non aveva previsto che, insieme a lui camminavano altri cinque morti: Eddie Walter Cosina, 32 anni; Agostino Catalano, 43 anni; Claudio Traina, 27 anni; Vincenzo Li Muli, 22 anni; Emanuela Loi, 24 anni. Infatti, domenica 19 luglio, alle ore 16,55 Paolo Borsellino, assieme a 5 uomini della sua scorta, viene fatto saltare in aria con 450 chilogrammi di tritolo.”E’ guerra!… Ora basta!”… titolano a caratteri cubitali tutti i giornali.
Ma che cosa sta diventando il Nostro Paese? Chi tira le fila di questi terribili massacri? Perché di fronte a queste carneficine dobbiamo veramente chiederci se, forse, siamo davvero ad un passo della fine della democrazia? Fino a quando i vari (a turno) Falcone, Borsellino, Cassarà, Chinnici, Dalla Chiesa, ecc. ecc. ecc…., saranno mandati, a prezzo del loro sangue, come Don Chisciotte contro i mulini a vento?… O, bisogna riconoscere, come il giudice Caponnetto, anche se in un momento di massima disperazione, che “ormai è finito tutto… è finito tutto!”? No, non può essere finito tutto, se di guerra si tratta, quella contro la mafia, lo Stato non la può perdere… ci deve pure essere un modo per dire basta a queste barbarie… basta al sangue innocente… basta a questi indiscriminati massacri… basta… basta!
PUBBLICATO SU PROPOSTE DI NICOTERA NEL LUGLIO DEL 1992