CENNI STORICI SULLE TERME DI GALATRO
E’ ormai imminente l’apertura delle “Terme di Galatro” per la stagione termale 2023: ritornate nella disponibilità del Comune sin dalla stagione termale 2017, quest’anno apriranno all’utenza come “Terme di Galatro srl, Società in House a socio unico del Comune di Galatro, con Amministratore Unico il dott. Domenico Lione”. Con deliberazione del Commissario Straordinario dell’ASP di Reggio Calabria, Dott.ssa Lucia DI Furia, numero 527 del 26 maggio 2023, dato atto che “lo Stabilimento termale “Terme di Galatro srl” risulta tra le strutture autorizzate e accreditate che erogano prestazioni di assistenza termale con oneri a carico del SSR”, gli è stato riconosciuto un tetto di spesa di 522.734, 92 Euro.
L’augurio è che la società “Terme di Galatro srl” possa dare un incremento di notevole portata alla struttura termale galatrese, non perdendo di vista che siamo di fronte ad una struttura sanitaria pubblica, che eroga prestazioni sanitarie, accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale: proprio sotto questo profilo, vanno indirizzati tutti gli sforzi per il potenziamento e la valorizzazione dello Stabilimento Termale.
Il filmato che fa da corredo a questo articolo è stato realizzato nel 2008. All’epoca alla Direzione della “Terme Service” c’era il signor Pino Smedile e la Dottoressa Carmelina Massara nella qualità di Direttore Sanitario. Il video inserito in questo articolo è stato realizzato dalla redazione di Rai 3 Calabria, e anche a distanza di quasi 15 anni mantiene ancora oggi la sua validità come documento e testimonianza di una realtà viva, nella sua evidenza di quello che le Terme rappresentano per Galatro.
Il contenuto di questo servizio è soltanto una parte, riferita solo alla Storia delle Terme di Galatro, estrapolata da una delle tante relazioni che la Dottoressa Carmelina Massara ha elaborato ogni anno, da inviare agli organi regionali competenti per l’accreditamento della struttura termale galatrese al Servizio Sanitario Nazionale. Le parti della relazione riguardanti le proprietà e l’uso delle acque, le metodiche di somministrazioni dei mezzi di cura termali utilizzati a fini preventivi e terapeutici, nonché i vari reparti di cure che hanno operato nella struttura, saranno oggetto di altri servizi che pubblicherò col tempo. (Michele Scozzarra)
CENNI STORICI SULLE TERME DI GALATRO – PARTE PRIMA –
a cura della Dott.ssa Carmelina Massara
Le Acque Termali di Galatro sono note fin dall’antichità ed i primi ad intuire gli effetti benefici e salutari delle cure termali furono i Monaci dell’Ordine di San Basilio Magno. I Monaci della sua Regola, quando vi furono le incursioni delle orde di Agareni, Mori e Cartaginesi del 915, nel corso delle quali il loro Monastero di Taureana venne completamente distrutto, cercarono rifugio sulle montagne di Galatro (Calatrum) ove, successivamente (nel 1075), edificarono un nuovo Monastero e una Chiesa dedicati a Sant’Elia il Giovane, nome che, poi, attribuirono anche alle Acque che successivamente scoprirono, diffondendone l’uso in chiave terapeutica sino al XIV secolo, dopo aver verificato varie guarigioni dovute all’uso di queste Acque. Successivamente l’Ordine di San Basilio Magno iniziò a decadere ed ai Monaci Basiliani succedettero i Cappuccini che, a metà del 1500, su un terreno ceduto loro da Diomede Giuliano come Ospizio ed Infermeria, edificarono il Monastero di Santa Maria della Sanità, continuando a diffondere l’uso dell’Acqua Minerale ed a indicarne le proprietà curative. Tutto ciò sino al 1783, quando, a causa di un grave terremoto, crollato il Monastero, avvenne la partenza dei religiosi e per qualche tempo l’uso delle Acque di Sant’Elia venne trascurato.
Le Acque di Galatro sono state citate, nei secoli, da illustri scrittori e studiosi che hanno trattato, sia pure senza approfondirlo, l’argomento. Il primo a dare una testimonianza scritta sulle Acque Sulfuree di Galatro fu il Barrio che nel «De antiquitate et situ Calabriae» del 1571, così scriveva del territorio di Galatro: «Hic sulphureae aquae scaturiunt…», e come lui ne accennarono tanti altri come Andrea Bacci (1524-1600) che ricorda Galatro in una delle numerose edizioni del “De Thermis totius orbis”, il Marafioti (1601) nella sua “Croniche et Antichità di Calabria”, G. Fiore nel suo libro sulla Calabria del 1691. Inoltre, le Acque di Sant’Elia sono ricordate in alcune opere idrologiche del XIX secolo: S. De Renzi (1828-1845), Zuccagni Orlandini (1835). Qualche notizia più dettagliata sulle Terme di Galatro la troviamo negli “Studi sulla Calabria” di L. Pagano (1840), il quale, facendo riferimento alle Fonti di Sant’Elia, accennava all’assoluta mancanza di edifici ed attrezzature, tanto che i bagni venivano praticati solo d’estate ed all’aperto in «gore o dentro tini di legno con grave incomodo e disagio».
Intanto, nelle varie corti del Regno, si discuteva in termini miracolistici delle acque «calde»galatresi che scaturivano in più punti, dalle capillari fenditure della roccia granitica, nei pressi del Fiume Fermano. Il primo ad analizzare le Acque Termali per conoscere gli oligoelementi contenuti ed a quali di essi si doveva attribuire l’efficacia curativa, fu il Sindaco Alfonso De Felice che nel 1869 diede l’incarico al Farmacista Reggino, Prof. Francesco Basile, di effettuare delle analisi chimiche sui campioni di acqua prelevati presso le varie sorgenti di Contrada Fermano, ma non risulta che le analisi compiute siano mai state pubblicate. De Felice si prodigò per ripristinare l’uso delle Acque Sulfuree e, per basarne la valorizzazione su concetti razionali e scientifici, furono chiamati a studiarne la struttura chimico-fisica dell’Acqua i Professori Basile e Filace. Ma la «bontà»delle Acque aveva varcato i confini regionali, tant’è vero che sin dal 1860 l’Ing. Luigi De Negri di Milano cominciò ad interessarsi alle «Fonti S. Elia» al punto che, intendendo «edificare uno Stabilimento Termominerale»,chiese ed ottenne dal Comune l’autorizzazione a costruirlo (con deliberazione del 22.9.1862). L’Ingegnere Milanese, però, per una grave malattia non poté trasferirsi in Calabria, e l’iniziativa sfumò.
Il primo vero e proprio Stabilimento Termale fu costruito nel 1882 dal Sindaco del tempo, l’Avvocato Giovambattista Buda (con mezzi propri e con l’intenzione che l’opera sarebbe rimasta al Comune di Galatro), per consentire una cura più adeguata ed efficiente. Questi fece costruire, pochi metri più a valle dalle Sorgenti, adagiandolo sulla riva destra del fiume Fermano ed immergendolo in un grandioso parco naturale ricco di alberi secolari, uno Stabilimento Termale con 18 vasche per la Balneoterapia (12 vasche di lª classe in marmo e 8 vasche di 2ª classe in mattoni verniciati). L’acqua affluiva dalle polle ad un serbatoio, mediante tubi in terracotta rivestiti in muratura e da qui allo Stabilimento, mediante tubi in granito saldati con cemento, riuscendo a mantenere una temperatura sufficiente all’impiego, evitando così il riscaldamento artificiale. L’iniziativa del Buda era stata encomiabile ed aveva portato anche alla prima analisi quantitativa completa delle acque di Sant’Elia compiuta dal La Face nel 1908 e resa nota dal Corso nel 1912. Ampiamente ne trattò, altresì, P. Piccinini (1924) nel suo Manuale di Idrologia e Crenoterapia. Nel 1935 fu compiuta una analisi chimica e chimico- fisica completa dell’Acqua di Sant’Elia da parte dei Professori B. Ricca e Lamonica e dai dati analitici risultò che l’Acqua aveva un’origine «esogena, termale, minerale, ipotonica, solfato–clorurato–sodicaIcica-iodica-potassica-solfurea», nella quale la presenza di cloruri alcalini di sodio e potassio e degli ioduri ricordava il suo percorso più profondo, attraverso marne salifere e depositi sapropelici del Miocene e del Pliocene, mentre i solfati venivano acquisiti nei terreni solfiferi più superficiali del Pleistocene e del Olocene. Nel 1938 venne concesso il N.O. Ministeriale per l’impiego delle Acque di Sant’Elia a scopo terapeutico per Bagno e Bibita.
Successivamente, la Classifica delle Acque Minerali Italiane del Ministero dell’Interno, Direzione Generale della Sanità Pubblica (2^ edizione 1939-40) le classificò come «Acque Solfureo-Salso-Iodiche». Questo sistema di sorgenti, parrebbe disporsi su di una faglia secondaria intersecante, quasi ortogonalmente, la grande frattura tettonica descritta dal Cortese (1895) come faglia del Golfo di Gioia, la quale entra in Calabria presso Gioia Tauro, attraversa l’Appennino al Piano di Limina e, toccando i territori di Mammola e Grotteria, raggiunge lo Ionio fra Roccella Ionica e Marina di Gioiosa. Successivamente, il Prof. Mariano Messini le riportò nel «Trattato di Idroclimatologia Clinica» (1950-51), edito dal C.N.R. e nel «Trattato sulle Acque Minerali del Mondo» (M. Messini e G.C. di Lollo, 1957). Nel 1972 a scriverne fu P. C. Federici che aveva loro riservato un capitolo nel suo «Acque Salutari della Calabria» (vol. III – Acque del Reggino), annoverandole tra le fonti maggiori della Calabria. Lo stesso Prof. Mariano Messini, nel suo lavoro «Azione Terapeutica dell’Acqua Termale Solfurea-Salso-Iodica di Sant’Elia di Galatro» dedicò alle Terme Sant’Elia ed alle loro Acque una completa monografia, ma solo nel 1981, dopo la sua scomparsa, il libro fu pubblicato dall’allora Sindaco Prof. Bruno Marazzita. Intanto, per motivi che sarebbe lungo elencare, la proprietà dello Stabilimento Termale passò prima a Francesco Ferraro ed al nipote Curinga Carmelo Domenico e poi a quest’ultimo in società con la sorellastra Locoteta Maria Concetta che nel 1960 gli cedette la propria metà.
Si giunge, così, ai nostri giorni allorché prima la morte del Curinga e poi gli ingenti danni provocati dall’alluvione del dicembre 1972 – gennaio 1973, decretarono la chiusura dello Stabilimento Termale. L’Amministrazione Comunale, dopo una lunga pratica burocratica, otteneva la Concessione delle Acque ed in data 20.8.1979, dopo aver perfezionato l’acquisto dell’immobile con gli Eredi Curinga, prendeva ufficialmente possesso dello Stabilimento Termominerale «Sant’Elia»: il Sindaco Bruno Marazzita con a fianco tutti i componenti la sua Amministrazione, il 12 luglio del 1981 riapriva ufficialmente al pubblico lo Stabilimento Termale, ammodernato nella struttura ed arricchito del Reparto di Aerosolterapia che venne dotato di idonee ed efficienti apparecchiature.
Negli anni successivi venne operato un costante ammodernamento delle strutture e delle strumentazioni ed un loro potenziamento in riferimento all’aumento della popolazione termale. Nel 1982 la Stazione Termale venne fornita di una Vasca Idonea all’esecuzione delle terapie mediante Idromassaggio in Immersione. Nel 1983 venne allestita e messa in funzione una seconda Sala per le Terapie Inalatorie, mentre il Reparto per la Balneoterapia venne fornito anche degli Apparecchi di Ozonizzazione Forzata Graduabile che consentirono il raggiungimento di ulteriori qualità di risposta terapeutica e l’ampliamento delle indicazioni cliniche. Per far fronte all’accresciuta frequenza dei pazienti, negli anni 80-90 venne costruito dal Comune un nuovo Stabilimento Termale con annesso Complesso Alberghiero, situati a poca distanza dal vecchio Stabilimento Termale.
Inoltre, va ricordato che l’efficacia dei risultati ottenuti attraverso l’erogazione delle prestazioni termali è stata evidenziata da uno studio scientifico multicentrico denominato «Progetto Naiade», voluto dal Ministero della Salute, che ha coinvolto 291 Aziende Termali Italiane, tra cui anche la Struttura Termale di Galatro, conclusosi alla fine del 1999, atto a dimostrare, in modo scientifico e ineccepibile, l’efficacia delle cure. In particolare lo studio si è basato su studi osservazionali di tipo clinico-epidemiologico effettuati su circa 50 mila pazienti, per tre anni consecutivi, affetti da varie patologie, per valutare l’efficacia delle cure termali e il rapporto costo/ benefici. I risultati degli studi hanno confermato l’efficacia delle cure testate, con deciso miglioramento delle condizioni dei pazienti e una significativa riduzione dei ricoveri ospedalieri, delle giornate di assenza lavorativa e del ricorso dei farmaci, confermando ciò che era stato compreso da tempi immemorabili: le Acque Termali sono un prezioso alleato della salute dell’uomo e rappresentano uno strumento indispensabile per la prevenzione di molte malattie e le cure termali non vogliono certo sostituire le classiche misure preventive e curative, ma sono da considerarsi una medicina complementare ed ausiliaria, tesa al mantenimento e al recupero della salute in maniera del tutto compatibile con la medicina classica.
Poiché la quantità dell’Acqua era divenuta insufficiente, nel 2000 l’Amministrazione Comunale, proprietaria delle Terme, iniziò una campagna di ricerca di Acqua Termale, allo scopo di aumentarne la portata, divenuta insufficiente per alimentare il nuovo Stabilimento Termale. L’Acqua venne reperita tramite perforazione nel Piazzale delle Vecchie Terme, a pochi metri di distanza dalle Vecchie Sorgenti e, dai risultati delle analisi chimiche e chimico-fisiche effettuate dal Presidio Multinazionale di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria n. 4 di Cosenza eseguite in data 28.09.2000, 12.12.2000, 19.03.2001 e 25.05.2001, venne classificata, secondo i criteridi Marotta e Sica, come «ACQUA TERMO-MINERALE SOLFUREO-SOLFATO-SALSO-ALCALINO-TERROSA-IODICA», perfettamente uguale a quella sgorgante dalle «Vecchie Sorgenti Sant’Elia», di cui conserva tutte le proprietà terapeutiche. Poiché il piano campagna del pozzo ubicato nel piazzale del Vecchio Stabilimento Termale ha una quota più bassa rispetto ai serbatoi di accumulo del Nuovo Stabilimento Termale, l’Acqua viene sollevata mediante l’impiego di due elettropompe e viene trasportata mediante tubazione interrata in polipropilene, le cui caratteristiche permettono all’Acqua di mantenere sia il calore che le proprietà chimico-fisiche. In seguito a gara ad evidenza pubblica, la Gestione della Nuova Struttura Termale è stata affidata alla Società «Terme Service s.r.l» ed è stata aperta al pubblico il 1° Agosto del 2001.