RICORDANDO DON ROCCO DISTILO
Sono passati trentacinque anni. Il 2 agosto del 1973, Don Rocco Distilo moriva improvvisamente a Galatro: in quel caldo pomeriggio di agosto, quando le sorelle andarono a svegliarlo dal sonno pomeridiano, lo trovarono morto.
Ricordo ancora lo sgomento di quei momenti… e lo ricordo bene, perché io ero uno dei chierichetti di don Rocco, lo seguivo passo passo, e la sua morte mi ha turbato non poco: era il “mio” prete, il prete della mia infanzia, al quale erano legati tutti i miei ricordi collegati alla Chiesa, ed alla Chiesetta del Carmine in particolare.
Per questo, nel ricordare don Rocco, voglio evitare di cadere nella fredda commemorazione, e provo anche una certa paura nello scrivere di lui, non volendo sciupare con le mie tappe cronologiche, il caro ricordo di una presenza amica che mi ha accompagnato fino al giorno della sua morte.
Don Rocco Distilo è nato a Galatro, da Domenico e Maria Annunziata Zito, l’11 novembre 1908. Frequenta le scuole elementari a Galatro e, nell’anno scolastico 1923/24, entra nel Seminario vescovile di Mileto, dove frequenta i cinque anni di ginnasio e ottiene la licenza con la media del 10. A Catanzaro, presso il Seminario Teologico “Pio X”, frequenta il liceo filosofico e ottiene la licenza liceale con 10 e lode.
Doveva frequentare il corso di teologia nello stesso Seminario, ma ha dovuto interrompere gli studi perché chiamato a fare il militare. Svolge il servizio presso il Comando Distrettuale di Ascoli Piceno, dove sta al fianco del Col. Francesco Pancrazio, il quale conosciute le doti morali ed intellettuali di don Rocco, gli fa un elogio che è stato pubblicato sul “Giornale del Soldato”.
Nell’anno 1933, ottenuto il congedo, andò a Firenze, presso il Collegio “Alla Querce” di San Domenico di Fiesole, dove frequentò i primi tre anni di Teologia. Il quarto anno, l’ultimo, per volere di Mons. D. Paolo Albera, al tempo Vescovo di Mileto, lo frequentò a Catanzaro, presso il Seminario Teologico “Pio X”.
Il 1° agosto 1937 viene ordinato sacerdote. Il 1° ottobre dello stesso anno viene mandato quale parroco a Feroleto della Chiesa, dove svolge il suo apostolato per ben 17 anni.
Nel 1954 gli viene affidata la Parrocchia di Maria SS. delle Grazie a Monsoreto, e qui resta per sei anni.
Nel 1961 viene nominato Arciprete della Parrocchia di San Nicola in Galatro, ove esercita la sua missione fino alla morte.
Ma, oltre questi riferimenti biografici, posso dire di aver conosciuto bene don Rocco, solo da grande, dopo aver letto i suoi scritti, nei quali ne ho scoperto l’intelligenza, il temperamento, la sensibilità e la fede.
Don Rocco era dotato di una invidiabile cultura filosofico letteraria, scrisse tanti articoli su molte riviste, ha avuto dispute filosofiche con filosofi di grande fama e scrisse moltissime poesie in lingua ed in vernacolo.
Dai suoi scritti, da “Prime luci nella valle” a “Di sentiero in sentiero”, da “Uno è l’amore” a “Giornate di sole” (pubblicato nel 1981, quando è stata intitolata al suo nome la Scuola Media Statale di Galatro), risalta la preoccupazione fondamentale di don Rocco, cioè quella di fare della Chiesa il punto di riferimento dei suoi giudizi, non rinunciando a giudicare nessun avvenimento, piccolo o grande che fosse, da un punto di vista della vita e della realtà cristiana.
Don Rocco ha avuto molte onorificenze e moltissimi critici hanno parlato di lui. E’ stato anche un suonatore di organo e pianoforte e ha composto diversi inni sacri e tante opere musicali. Ma, soprattutto, è stato un predicatore di gran fama: moltissimi sono i panegirici tenuti nei vari paesi della Calabria in occasione delle feste religiose.
Sono passati trentacinque anni da quel 2 agosto del 1973: le sorelle non hanno toccato niente nella sua stanza, ancora oggi è così come l’ha lasciata don Rocco, in quel caldo pomeriggio di trentacinque anni fa.
Ed io che ho avuto modo di apprezzare le tante qualità di questo figlio della nostra Calabria innamorato della Chiesa, ancora oggi, ogni qual volta mi ritrovo a guardare verso la finestra della sua stanza, mi sembra ancora di vederlo, con l’immancabile sigaretta in mano, il colletto slacciato per il sudore… e mi sembra ancora di udire il suono maestoso del pianoforte.
Ma don Rocco non c’è più, ora non vive più tra le sue stanze, ma vive nella gloria di Dio, dove è stato accolto dalla Madonna che ha tanto amato e predicato, dai suoi genitori, dai suoi parrocchiani, dai suoi amici…
E sono sicuro che, da lassù, guarda anche a noi che ci ricordiamo di lui.
E intercede per noi…
pubblicato il 1 agosto 2008
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