OSSERVATORIO

L'osservatorio

L'osservatorio

In una realtà come la nostra, spesso sofisticata dalla politologia curiale e conformista, nel 1992 ho “osato” sul mensile “Proposte” di Nicotera, nel creare una rubrica quasi come “antidoto” contro un indirizzato e calcolato appiattimento culturale.
Gli ho dato nome “Osservatorio” e, con scadenza mensile, ho tentato di rappresentare un diario del costume, un luogo di giudizio per consentire una libera veduta verso dei fatti che, in particolari momenti, hanno destato interesse e curiosità. Ho indirizzato l’attenzione verso una serie d’istantanee, scattate a caldo dalla trincea dei fatti quotidiani, con tutti i rischi che l’immediatezza ha comportato, con la consapevolezza che il nostro Paese (quello che vive e si esprime nel cuore della gente più semplice e meno attaccata al potere e alle sue seduzioni), è migliore dei politici che lo rappresentano o dei moralisti che vorrebbero conformarlo.
Anche se provo a dare dei numeri, non mi sembra vero che ho scritto 209 articoli, solo nella rubrica “Osservatorio” tra il 1992 e il 2002: d’altronde, dal mio caro amico Ciccio Di Bella (grande e insuperabile direttore del giornale) ho sempre avuto carta bianca, anzi fu proprio lui a invogliarmi: “Ti do una pagina per ogni numero, scrivici sopra quello che vuoi”. E gli argomenti non sono mancati, anche se portare avanti una rubrica fissa, non è cosa da poco.

Michele Scozzarra

Michele Scozzarra

A dire il vero, gli argomenti non sono mai mancati, ma i più m’interessavano poco, almeno rispetto alle cose che volevo far emergere nella mia rubrica. Chiarisco meglio il concetto con un pensiero di Giampaolo Pansa: “Il mestiere di cronista m’ha reso per niente interessato alla normalità e molto curioso, invece, della devianza. Non m’interessa il cane che morde l’uomo, e fa dunque il suo lavoro normale. M’interessa, piuttosto, l’uomo che morde il cane…”.
Ecco io andavo a cercare l’uomo che morde il cane, con la sensazione di combattere quella che Paolo di Tarso chiamava “la buona battaglia”, con l’obiettivo evidente di far emergere magagne e contraddizioni, malintesi e viltà della nostra epoca, del nostro costume, del nostro modo di vivere, di pensare… ed anche di nasconderci.

E poi… io scrivo oggi, così come nel passato, per passione non per mestiere, di mestiere sono avvocato e questo non vuol dire che non sono appassionato al mio lavoro, vuol dire solo che non ho mai preteso di estendere il desiderio del mio scrivere, oltre i confini di una sana passione, cercando di restare quello che (con un’etichetta che la televisione e Castellitto hanno fatto diventar celebre) si potrebbe definire “cane sciolto”, cioè non aver alle spalle nessuno che ti sponsorizza, che t’impone come “gradito a… a nome di… ecc.”. In parole povere una faticaccia che ti obbliga a essere sempre e comunque il manager di te stesso, con la constatazione che questa, che dovrebbe essere una pratica comune fra gente libera, è invece una scelta da mosca bianca.

Effetto "splash"

Nel susseguirsi degli anni, mese dopo mese, articolo dopo articolo, è stata questa la consapevolezza del mio scrivere e oggi, nel voler inserire nel mio sito web tanti articoli pubblicati sull’Osservatorio, penso che, nonostante siano passati tanti anni, ancora abbiano qualcosa da dire e si presentano nella loro, piacevole o drammatica, attualità.
Non posso non dire “grazie” a Proposte e a Ciccio Di Bella per avermi dato la possibilità di pubblicare liberamente tutto quello che scrivevo, e quando ho chiuso l’Osservatorio mi è proprio dispiaciuto e non ho trovato parole più efficaci e vere che: “… vi assicuro che è stata una esperienza bellissima. Grazie”.
Ecco perché tante pagine dell’Osservatorio, mi piace riportarle ora nel mio sito web, e anche in questo caso, se riuscirò solo ad annoiarvi, vi assicuro che non era nelle mie intenzioni…

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