Categoria: Religiosità Popolare

GALATRO: QUANDO E’ LA MADONNA A VENIRE NEI NOSTRI QUARTIERI

In questo mese di maggio, organizzata da don Natale Ioculano in maniera seria e composta, stiamo assistendo, nel nostro piccolo paese, ad una manifestazione di fede straordinaria: è Maria che chiede ospitalità nei rioni galatresi e, per 6 sere tra le 18.30 e le 19.30, si fa accogliere in un angolo del nostro paese ogni sera diverso, dove si recita il Santo Rosario, poi si celebra la Santa Messa.

UMBERTO DI STILO CHIARISCE I DUBBI LASCIATI APERTI DALLA MOSTRA ITINERANTE “IL VOLTO DELLA MADONNA”

Operando per “affinità” alcuni critici – tra cui Lucia Loiacono e, recentemente, Paola Coniglio – hanno ritenuto di dover attribuire la nostra “Madonna della Valle” allo scalpello di Giovambattista Mazzolo, che dalla natia Carrara, nei primi anni del 1500, si è trasferito a Messina (ed a Palermo) per continuare in Sicilia il suo apprendistato nella bottega di Antonello Gagini. L’attribuzione è giusta? Fino a quando, sulla base di valida documentazione non sarà dimostrato il contrario oppure un altro critico proverà che essa è azzardata, dobbiamo necessariamente accettarla. La statua è veramente del Mazzolo? L’interrogativo è d’obbligo. Da quanto ho letto e studiato ho acquisito la certezza che è stata realizzata nella bottega del Gagini nella quale, come già riferito, tra gli altri apprendisti e lavoranti c’era anche il giovane Mazzolo. E poiché l’impostazione stilistica della statua è gaginesca, è legittimo ritenere che il Mazzolo se ha lavorato su di essa, lo abbia fatto solo sotto l’occhio vigile del “Maestro”.

DUE DUBBI SULLA MOSTRA “IL VOLTO DELLA MADRE”… E DUE DOMANDE A UMBERTO DI STILO

Caro professore Umberto, proprio stasera, nella Chiesa della vicina Feroleto, ho avuto modo di vedere la mostra fotografica organizzata dall’Ufficio per i beni culturali della nostra Diocesi, dal titolo “Il Volto della Madre”. Non entro nel merito del “percorso” della Mostra: non avendo partecipato ai momenti di inaugurazione e presentazione, mi mancano (nonostante le belle immagini della presenza della Madonna nella nostra Diocesi) gli elementi di “giudizio” per capire come gli autori hanno voluto legare in un “unicum”, e rapportare ad unità, i vari volti con i quali la Madonna è presente nei paesi della nostra Diocesi.

CARISSIMO MICHELE… UMBERTO DI STILO INTERVIENE SUL MIO ARTICOLO “SAN ROCCO DI STELLETANONE ALLA CONA”

Il mese scorso ho scritto un articolo raccontando i momenti di preghiera organizzati da don Cecè Feliciano, parroco di Laureana di Borrello, in onore di san Rocco; in particolare, ho scritto della giornata che ha visto “san Rocco pellegrino” in un luogo a noi galatresi molto caro: la Chiesa alla Cona. Con grande soddisfazione, proprio stasera ho ricevuto una bellissima “integrazione e correzione” al mio articolo da parte dell’amico prof. Umberto Di Stilo: solo da un grande studioso delle tradizioni della nostra terra poteva venire un simile contributo, con l’onestà intellettuale di dare testimonianza che “l’offerta del grano come ex voto non era una prerogativa dei contadini e massari dell’altopiano di Castellace di Galatro”.

SAN ROCCO DI STELLETANONE PELLEGRINO ALLA CONA

In questi giorni, don Cecè Feliciano, parroco di Laureana di Borrello, ha organizzato in onore di san Rocco dei momenti di preghiera che vedono “san Rocco pellegrino” in tanti luoghi di culto della nostra zona, dal 31 luglio al 3 agosto, precisamente alla Contrada Cona, alla frazione sant’Anna, a Bellantone e Laureana.

L’ESTATE, LE FESTE… E SAN PANTALEONE

La festa, quella vera, non si annuncia sui muri, si sa. Tutto Limbadi sa, ad esempio, che il 27 luglio c’è la festa di San Pantaleone. Chi lo dice ai limbadesi? Nessuno: lo sanno e basta. Lo sanno perché la prima caratteristica della festa è quella dì esserci; come la luna che un pò non c’è e poi c’è di nuovo, bella tonda. Ma anche quando non si vede c’è lo stesso. Fare una festa vuol dire, innanzitutto, sapere che c’è, anche quando tutto sembra buio. Saperlo sempre, pensarla, tenersi pronti come all’arrivo dello sposo, come i contadini sanno, d’inverno, che a luglio ci sarà da mietere. In altre parole, da che mondo è mondo, la festa è sempre legata ad una apparizione, ad un evento, al ricordo di un fatto di cui ciascuno si ricorda così come si ricorda di sè.

I MAGI E L’EPIFANIA DEL REDENTORE

Oggi 6 gennaio è il giorno dell’Epifania di Nostro Signore. L’anno scorso sono stato invitato nella Cattedrale di Nicotera ad un convegno su “I Magi e l’Epifania del Redentore”: sono stato il relatore insieme al caro amico, arciprete della Cattedrale di Nicotera, don Francesco Vardè. Buona parte del mio intervento l’ho tenuto “a braccio”, ma avevo preparato degli appunti che, proprio nella ricorrenza liturgica odierna, mi piace riprendere.

LETTERA ALLA MADONNA

Madonnina cara aiutaci a domandarci cosa trasmettiamo alle generazioni che verranno dopo di noi… abbiamo ricevuto il Figlio non per tenerlo nascosto, ma per consegnarlo agli altri. Eppure noi che dobbiamo essere la memoria viva del passato non abbiamo più memoria”!