C’ERA UNA VOLTA IL PRIMO MAGGIO, FESTA DEI LAVORATORI: OGGI E’ RIMASTO SOLO CARMELO SORRENTINO

Primo maggio, festa dei lavoratori… una volta il primo maggio era la festa degli operai, una festa che affondava le sue radici nelle battaglie intraprese dal movimento operaio alla fine del secolo scorso; in effetti, la “festa” del primo maggio nasce a Parigi il 20 luglio del 1889 e l’idea venne lanciata al Congresso della Seconda Internazionale: “Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi”.

Ora i tempi sono cambiati, non solo perché la festa del primo maggio non è più vista come “la festa degli operai che votavano comunista”, ma da anni è diventata la festa del mega-concerto che si tiene a Roma: praticamente si è mandata al diavolo tutta la bella e nobile tradizione della classe operaia,  barattandola con l’interesse per un concerto…

Se riusciamo ad andare indietro con la memoria e “rivedere” i volti delle persone (soprattutto nostri paesani e amici!) che davano il loro tempo per queste feste (e non solo per queste), in questo “nuovo” contesto non posso non spezzare qualche lancia a loro favore…  E, guarda caso, faccio questo proprio io che sono sempre stato catalogato tra gli esponenti più “estremisti dell’integralismo cattolico”!

La giornata iniziava con il suono della banda che girava per le vie del paese suonando gli inni comunisti… e si concludeva con corteo, comizio e festa finale. Innegabile il clima di festa che si percepiva, al di là delle diverse opinioni politiche presenti in paese.

Di fronte a tanti banchetti con le bandiere rosse e la falce e martello che ancora si ha modo di vedere in qualche, rara e seria, manifestazione, viene da pensare che si tratti di gente coerente che ha il coraggio e la dignità di non mollare… Perché negare che questi ultimi “mohicani” mi riescono anche simpatici…

In particolare non posso nascondere la simpatia per il nostro caro concittadino ultraottantenne, emblema e testimonianza vivente dei comunisti galatresi: Carmelo Sorrentino. Ogni anno, già nei giorni precedenti il “primo maggio”, fa sventolare dal balcone di casa sua la bandiera del partito comunista, affiancata alla bandiera tricolore. Poi, il primo maggio con la sua vecchia motoape, si fa il giro del paese con acceso un vecchio mangianastri che, ad alto volume, riproduce le note dell’Internazionale comunista e Bandiera rossa.

Ed io… da “cattolico integralista”, non me la sento di disprezzare il sogno del caro Carmelo Sorrentino: perché ha la dignità di non arrendersi. Una dignità che chi è salito precipitosamente sul carro del vincitore dovrebbe invidiare e ammirare…

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