DON ROBERTO MEDURI LASCIA GALATRO

DON ROBERTO MEDURI: NEL XVI° ANNIVERSARIO DI SACERDOZIO LASCIA GALATRO

Il 30 agosto del 2008, don Roberto Meduri, parroco di Galatro, veniva ordinato sacerdote e, raccontare questi anni non è davvero facile. Non si è mai risparmiato nella vigna del Signore e ha sempre mantenuto una grande gioia nel cuore, anche se nel giorno del suo anniversario di sacerdozio, non vuole alcun segno di festeggiamento. Anche in questo giorno vuole alla fine della sua giornata arrivare stanco, ma felice di aver lavorato per il bene delle anime che il Signore mette sulla sua strada. Tutti i galatresi ormai hanno ben chiaro come, molte volte, forse troppe, il suo impegno si estende fino alle ore profonde della notte. Don Roberto è la testimonianza vivente che nulla gli appartiene, nulla gli è dovuto, ma tutto è dono, tutto è grazia, tanta grazia che è molto più dell’attesa ricompensa dell’operaio: il suo premio risiede, fin da sempre, nell’essere stato chiamato a lavorare nella vigna del Signore e, tutto quello che ha ricevuto da Dio gratuitamente, gratuitamente lo condivide con chi ne ha bisogno, avendo ben chiaro che ogni vocazione sacerdotale è, e resterà sempre, un grande mistero, un dono che supera infinitamente l’uomo.

Qualche mese fa, per la prima visita di Mons. Alberti a Galatro, ho scritto che il Vescovo “sarà accolto dal nostro Parroco, don Roberto Meduri, un parroco-missionario che non ha mai abbandonato il suo impegno verso i poveri e verso coloro che non hanno nessuno. Soprattutto tra questi “ha sempre vissuto la sua vocazione straordinaria nell’ordinario” in modo sereno e fiducioso (non solo a parole) nella Provvidenza. Il Vescovo sa che don Roberto non fa bilanci, né preventivi e non conta i soldi (non ne ha!) e non lascia nessuno a mani vuote. Non si preoccupa dei soldi, dei vestiti, delle macchine (non ne ha!) e, nonostante tutti i problemi che, giornalmente, deve affrontare non gli è mai venuto meno l’entusiasmo del suo essere al servizio di Dio, per servire la Chiesa secondo il suo particolare carisma, che è rappresentato bene dalle virtù proprie dei missionari”. Di don Roberto avevo anche scritto che mi richiama alla mente il Beato Clemente Vismara, morto da missionario in Birmania, che diceva: “Qui a Monglin vivo senza casa; m’alzo senza sveglia; mi lavo senza catino; prego senza chiesa; mangio senza tovaglia; vo’ a caccia senza licenza; viaggio senza soldi; imbroglio senza colpa; lavoro senza posa; vo’ a spasso senza scarpe; sono allegro senza teatro; studio lingue senza fine; non passo giorno senza fastidi; campo senza amici; sfamo quaranta ragazzi senza scrupoli; invecchio senza accorgermi e di certo morrò senza rimorsi, ché uomo allegro il Ciel l’aiuta. E voi? Voi, così, non mai, se non verrete, e presto, a tenermi compagnia!”.

Grazie a don Roberto per questi anni che sta passando insieme a noi, e per la ricchezza che ci offre con il suo esempio, la sua preghiera, la sua tenacia nell’impegno missionario che esprime con il suo carisma. Un pensiero carico di affetto, in questo giorno, va a lui da parte di tutta la Chiesa di Galatro, con l’augurio che il tempo che il Signore gli ha riservato nella nostra comunità, sia bello fecondo e carico di benedizioni. All’inizio di questa novena alla Madonna della Montagna siamo sicuri che il caro don Roberto pregherà per ognuno di noi, chiedendo che la richiesta del “miracolo” che ci portiamo nel cuore sia esaudita. Oggi la parola “miracolo” nei più provoca, nella migliore delle ipotesi, una smorfia di derisione. Eppure i miracoli hanno accompagnato tutta la storia della salvezza e continuano, ancora oggi, ad accompagnare la vita della Chiesa. Non si può eliminare il miracolo dalla vita della Chiesa senza alterare tutta la sua storia. Questa richiesta del miracolo dovrà essere la preghiera che ci dovrà accompagnare per tutta la novena. E se ci crediamo veramente… saremo esauditi.

Un caro abbraccio caro don Roberto, da parte mia e, voglio sperare, da parte di tutta la Chiesa di Galatro, con l’augurio che il Signore, nei suoi misteriosi disegni, lo tenga al servizio della nostra Comunità per tantissimi anni ancora.

Michele Scozzarra

IL PROF. UMBERTO DI STILO COMMENTA IL MIO POST DI STAMATTINA SOSTENENDO “SEMPRE SECONDO “RADIO FANTE” CHE NELLE PROSSIME ORE SI DOVREBBE CONOSCERE LA NUOVA DESTINAZIONE DI DON ROBERTO”. MA PIU’ CHE AL MIO POST, IL PROF. DI STILO SI RICHIAMA AD UN POST DI ALFREDO DISTILO DOVE VIENE RIPORTATO, A PROPOSITO DI DON ROBERTO, “CHE IL SUO TRASFERIMENTO SARÀ UNA GRANDE PERDITA PER GALATRO, ANCHE SE MOLTI NON HANNO SAPUTO APPREZZARE LE SUE QUALITÀ CRISTIANE ED ALTRUISTICHE”. E PONE, NON UNA MA TANTE DOMANDE CHE NON POSSONO ESSERE LASCIATE SENZA RISPOSTA…

Se la notizia che circola sul web è fondata, i fedeli galatresi dovrebbero porsi una domanda e poi, come suggerisce Gigi Marzullo, darsi una risposta: perché nel volgere di soli sei anni la Parrocchia è stata per ben due volte improvvisamente privata della guida spirituale? La risposta è assai difficile. La storia recente ci ricorda, comunque, che il primo a dover interrompere il suo delicato lavoro “per senso di obbedienza al Vescovo” è stato don Natale Joculano; adesso –a distanza di tre anni – tocca a don Roberto Meduri, un sacerdote che incarnando il principio della povertà francescana e lo spirito missionario, vive concretamente e quotidianamente i principi cristiani della chiesa cattolica intesa come comunità e fraternità. Proprio per questo don Roberto prima ancora che le porte della chiesa, anche a Galatro ha aperto materialmente il suo cuore mostrando amore smisurato verso tutti quelli che hanno mostrato e mostrano di avere bisogno: primi fra tutti i fratelli immigrati che vivono nella tendopoli di San Ferdinando o baraccati nelle campagne della Piana. Per loro e con loro don Roberto sa farsi concretamente ultimo tra gli ultimi mostrando di saper e voler stare accanto a loro per poter venire loro incontro nelle necessità assistenziali e di vita quotidiana. Tutto ciò non gli ha impedito di guardare ai bisogni delle famiglie indigenti della parrocchia per le quali operando con la massima discrezione ha sempre attuato l’evangelico suggerimento secondo il quale “quando tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra”, (Matteo 6:3).

Sempre secondo “radio fante” nelle prossime ore si dovrebbe conoscere la nuova destinazione di don Roberto. Domattina, comunque, la notizia del trasferimento potrebbe essere data ai fedeli ufficialmente e direttamente dal vescovo della Diocesi, mons. Alberti, che nella chiesa parrocchiale di San Nicola presiederà alla solenne celebrazione liturgica della somministrazione della Cresima. Comunque se tre anni addietro ai fedeli galatresi risultò inspiegabile il trasferimento di don Natale, altrettanto inspiegabile è adesso questo di don Roberto, due provvedimenti che rischiano di provocare un pericoloso e irrecuperabile sbandamento delle giovani leve che la denatalità ha molto ridotto numericamente e che rischiano di allontanarsi sempre più dalla Chiesa e dalle pratiche religiose se non si provvederà a creare i necessari richiami spirituali. Richiami che, alla luce di quanto è stato registrato negli ultimi tempi, devono interessare anche le famiglie.

Nel commento ad un post in cui veniva biasimato il presunto provvedimento del vescovo, l’avv. Michele Scozzarra, senza falsa ipocrisia ha scritto: “quindi è già un fatto notorio che lo hanno cacciato”… Se il professionista ha usato il termine “cacciato”, evidentemente, lui che conosce il significato delle parole e che è un grande conoscitore della storia della Chiesa e dei suoi più noti protagonisti, vuol far chiaramente intendere che il nostro parroco è stato volutamente fatto allontanare. Si, ma da chi? Non certamente da qualcuno che lo ha spinto a forza fuori dalla porta della parrocchia e da quella della canonica, ma sicuramente da chi ha avuto la possibilità di far arrivare qualche lamentela “in alto” forse perché il nostro parroco avrebbe scontentato quanti in chiesa alla semplicità e sacralità dei riti, avrebbero preferito che si sovrapponesse la solennità della teatralità. Fatto sta che –sempre se la notizia è fondata – la stragrande maggioranza dei fedeli di Galatro perde un parroco dallo spirito missionario; un parroco moderno che in sedici anni di sacerdozio (proprio oggi ricorre il 16° anniversario della sua ordinazione!) ha saputo dissodare la vigna del Signore ottenendo ovunque risultati fecondi per il popolo di Dio e che – come ha scritto questa mattina mio cugino Alfredo – si è prodigato “senza sosta, a portare aiuto, quello vero, tangibile, a chi ne ha avuto bisogno, senza curarsi di sé e della sua persona. Tutto per gli altri”. Si, proprio vero: un parroco tutto per gli altri.

Qualunque sia la sua nuova destinazione, don Roberto e la sua opera rimarrà ben impressa nel cuore dei galatresi per la sua dedizione agli altri, per il suo profondo spirito francescano e per essere costantemente vicino agli ultimi e ai diseredati. Dal profondo del cuore auguro a don Roberto di raccogliere frutti abbondanti dal lavoro spirituale che andrà a svolgere nella sua nuova sede e, nelle sue preghiere, di ricordare sempre la comunità galatrese.

Umberto di Stilo

NELLA SERATA DI SABATO 31 AGOSTO 2024, E’ STATO RESO NOTO UN PROVVEDIMENTO DEL VESCOVO DELLA DIOCESI CON IL CAMBIO DI PRESBITERI, DON ROBERTO MEDURI E’ STATO NOMINATO VICARIO NELLA PARROCCHIA “MARIA SS. DI PORTO SALVO” A GIOIA TAURO.

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