ECCELLENZA REVERENDISSIMA… NON SONO IO IL “LAICO” CITATO DAL PARROCO DI GALATRO

Eccellenza Reverendissima, Monsignor Francesco Milito,

forse c’è un tempo particolare dell’anno che spinge, misteriosamente, a comunicare con le stesse persone: dico questo perché proprio l’anno scorso, in questo periodo, abbiamo avuto un incontro, stimolato da una mia missiva privata, che poi è rimasto lettera morta… Lei mi doveva richiamare dopo le Feste di Natale dell’anno scorso, ma ancora non è successo.

E in questo lasso di tempo che è trascorso dal nostro ultimo e unico incontro in Curia, da una parte non possiamo che dire “nulla di nuovo”, ma dall’altra, anche se può sembrare contraddittorio, dobbiamo ammettere, con l’amaro in bocca, che niente è come prima.

Si chiederà cosa mi spinge a riscriverLe, ad un anno di distanza: mi è stato riferito che, durante l’Omelia del 6 Dicembre 2017, il Parroco ha comunicato ai pochi fedeli presenti in Chiesa per la Messa in onore di San Nicola, Patrono di Galatro, che Lui non abbandonerà la Parrocchia ma, a dispetto di quanto si aspettano in molti, resterà al suo posto e che queste “voci” sono il risultato del parlare troppo di alcuni confratelli sacerdoti e di un “LAICO”.

Eccellenza Reverendissima, senza entrare nel merito dei confratelli sacerdoti, voglio comunicarLe che dalla sera del 6 Dicembre 2017 tanti miei compaesani mi chiedono: ma “il laico” citato dall’altare dal Parroco di Galatro durante la Messa di San Nicola SEI TU?

Eccellenza Reverendissima, chiedo a Lei, una risposta.

Nel caso in cui la risposta fosse affermativa, come Le ho già detto in un’altra occasione, Le ridico che, forse, ho detto e scritto molto di più e peggio di quello che Le hanno riferito. Ma in questa occasione, non so cosa abbiano potuto dire “i confratelli sacerdoti” e a chi lo hanno detto ma, per quanto mi riguarda, avevo promesso a Lei il “silenzio” e l’ho mantenuto, anche se, vedendo da mesi e mesi ferma ogni attività di coinvolgimento di molti fedeli della Parrocchia, io ho “pensato” che si sta smontando “baracca e burattini”.

Nonostante tutto, sono stato zitto e sono stato a guardare, anche se tanta era la voglia di urlare (mi esplodevano in testa le parole di Santa Caterina, nelle quali vedo fotografata la situazione della nostra realtà diocesana: “Avete taciuto abbastanza. E’ ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo è marcito”).

Ecco perché non capisco il motivo perché vengo sistematicamente tirato in campo, perché tanta rabbia contro di me e non solo contro di me? Forse perché quando vedo che il re è nudo, non riesco a tessere le lodi della bellezza dei suoi vestiti.

Nella mia lettura disincantata della situazione della nostra Chiesa particolare, sia parrocchiale che diocesana, balza agli occhi che il cosiddetto “mondo cattolico” è ormai come il “cavaliere inesisten­te” di Calvino, un’armatura vuota, un guscio ormai inerte e paralizzato dalla ruggine, senza corpo vivente, oggi sostituito da una corporazione di cortigiani, lontana da quel Cristo che si predica… quando lo si predica!

Allora è chiaro che se un giorno arriva qualcuno (magari uno senza nessun potere e amicizie potenti), che alla Chiesa nella sua essenza è davvero at­taccato, e con la morte nel cuore annuncia che si sta distruggendo tutto, ecco che le reazioni sono le più scomposte. Ciò nonostante, non mi sono lasciato fuorviare dalla virulenza smodata delle reazioni dei mesi scorsi. E posso garantirLe che la mia primaria preoccupazione non è se il Parroco di Galatro rimarrà al suo posto o meno. Ciò che invece mi preoccupa è il predominare di un pensiero di tipo non cattolico e l’asso­luta assenza, in tanti fedeli, della benché minima traccia di amara inquietudine per quella tra­gica scomparsa di Gesù Cristo dalla vita dei nostri paesi. Come se invece del dolore per una perdita incolmabile, i più fossero preoc­cupati soprattutto di mantenere le posizioni, il posto, le cariche, senza alcuna preoccupazione che questo pen­siero non cattolico all’interno del Chiesa locale diventi domani più forte.

Eccellenza Reverendissima, capisce che davanti a un dramma di queste proporzioni, ben poco interesse ha la disputa sulle ragioni e i torti. Si tratta piuttosto di capire chi è mosso da un amore, umile, ma appassionato ed esclusivo alla Chiesa, e chi è mosso da altri interessi.

Per concludere, Le posso ben dire che ho parlato sempre apertamente, forse anche troppo, e se ho parlato male, se ho sbagliato, sono contento che mi si dica dove e perché ho sbagliato. Altrimenti non posso non chiedere: PERCHE’ MI ATTACCATE?

Voglia accogliere con benevolenza le mie umili e rispettose considerazioni.

Con affetto e devozione.

Potrebbero interessarti anche...

Commenta: