LA CHIESA DI GALATRO AL TEMPO DEL CORONAVIRUS: MESSAGGIO DEL PARROCO DON NATALE IOCULANO

In un articolo apparso sulla stampa pochi giorni fa il cardinale, arcivescovo emerito di Milano, Angelo Scola, ha cercato di leggere cosa sta succedendo in questi giorni, sulle paure che si vivono a causa del “coronavirus”. Osservando bene “l’uomo moderno davanti alla paura” ha scritto: “Renzo “atterrito, più che di ogni altra cosa, del suo terrore, richiamò al cuore gli antichi spiriti, e gli comandò che reggesse” (I promessi sposi, capitolo diciassettesimo). Questa potente osservazione del Manzoni sul violento contrasto che si agita in Renzo in fuga da Milano verso la bergamasca nella traversata notturna del bosco, interpreta i sentimenti di smarrimento, paura e panico che stanno afferrando tutti noi. Anche noi siamo atterriti più che dal coronavirus in se stesso dalla nostra umanissima paura. E’ come se questo sentimento avesse perso il suo oggetto per assumere una sorta di valore assoluto. Forse vi ha contribuito il continuo oscillare dell’informazione tra minimizzazione e allarmismo. Conviene però subito dire che la paura può e deve essere vinta, proprio facendo tesoro dell’indicazione manzoniana “e comandò al cuore che reggesse”.

Già, bisogna comandare al cuore di reggere, così come ha fatto il parroco di Bibione, don Andrea Vena, che non molla e “dopo aver ricevuto il permesso dalle autorità”, come sottolinea con forza lui stesso, ha caricato la statua della Madonna a bordo di un piccolo mezzo motorizzato scoperto ed è partito tra le vie della città. “L’idea mi è venuta per cercare di essere vicino soprattutto agli anziani, tanti dei quali quella statua della Madonna così amata non la vedevano da anni perché non possono spostarsi”.

Anche il famoso Crocifisso dei film di don Camillo esposto all’esterno della chiesa di Brescello. L’iniziativa è del parroco don Evandro Gherardi, in segno di preghiera perché “Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza, faccia cessare la pandemia di Coronavirus su Brescello, l’Italia e il mondo intero”. E ci sovvengono in mente quelle parole dello stesso Cristo, così come raccontate dal grande Guareschi: «Siccome Mosè innalzò nel deserto il serpente; nella stessa guisa fa d’uopo, che sia innalzato il Figliuolo dell’uomo. Affinché chiunque in lui crede, non perisca»; ed ovviamente quelle che Giovannino Guareschi mette in bocca al suo don Camillo nella famosa scena della benedizione del Po: «Gesù» disse ad alta voce don Camillo «se in questo sporco paese le case dei pochi galantuomini potessero galleggiare come l’arca di Noè, io vi pregherei di far venire una tal piena da spaccare l’argine e da sommergere tutto il paese. Ma siccome i pochi galantuomini vivono in case di mattoni uguali a quelle dei tanti farabutti, e non sarebbe giusto che i buoni dovessero soffrire per le colpe dei mascalzoni tipo il sindaco Peppone e tutta la sua ciurma di briganti senza Dio, vi prego di salvare il paese dalle acque e di dargli ogni prosperità».
«Amen» disse dietro le spalle di don Camillo la voce di Peppone. «Amen» risposero in coro, dietro le spalle di don Camillo, gli uomini di Peppone che avevano seguito il Crocifisso.

E pure il nostro Parroco, don Natale Ioculano, in questo periodo convalescente dopo la brutta malattia, dimostra di avere nel cuore la nostra Chiesa di Galatro, con la preoccupazione per tutti i galatresi e, sul sito della parrocchia, con un intervento toccante, fa arrivare la sua voce per confidare nell’aiuto di Dio e di Maria in questo momento particolare, comunicando che “ogni giorno sarà celebrata la Messa a porte chiuse nella chiesa di San Nicola portando in essa le preoccupazioni e le intenzioni di tutti così che la preghiera rafforzi il legame con Cristo e tra noi perché questo tempo, quando finirà, non lasci un vuoto ma la gioia di vivere e di ricominciare insieme e con entusiasmo”.

AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Se quanto si sta scrivendo in questi giorni sul web si potesse quantificare saremmo sommersi da fiumi di inchiostro e risme di carta. Sul coronavirus Si sente e si legge di tutto e di più, da riflessioni scientifiche a rimedi fai da te. Certo è che la situazione è drammatica e richiede senso di responsabilità e impegno comune per contenere il diffondersi di questo nemico invisibile.

Si è vero ci si può lavare spesso le mani, non portarle alla bocca, evitare i luoghi affollati, starsene il più possibile in casa, rispettare le distanze di sicurezza, ma tutto questo è ben poco, perché l’efficacia di queste azioni dipende da quello che fanno tutti, e questo non si può prevedere. La salute di ogni persona, oggi più che mai, dipende anche dalla responsabilità degli altri che dovrebbero essere consapevoli di questo.

L’incubo del possibile contagio, perché di questo alla fine si tratta, oltre ad aver messo in evidenza quanto il mondo è strettamente connesso, e proprio per questo anche piccolo, ha riportato a galla la paura e con essa tante domande spesso dimenticate. La convinzione di avere tutto sotto controllo, di essere immuni è andata in crisi e se si è onesti fino in fondo non si può dire io non ho paura?

Se la paura genera chiusura essa può aumentare il rischio di vivere male una situazione che invece può essere alleata per trovare la forza per vincere. Un bambino difronte alla sproporzione del tempo e dello spazio può sentirsi smarrito e piangere fino a quando non avverte la presenza rassicurante della madre o del padre che con tenerezza allargano le braccia e si protendono verso di lui. Proprio quella presenza diventa non solo rassicurante ma forza per non fermarsi.

Senza far prevalere il sentimento, quanto si sta vivendo, se guardato in profondità, non può non rimandare al legame con il Signore, Gesù Cristo, che non è il totalmente altro, distante, ma il Presente, qui e ora. Un legame reale, sempre, ma del quale oggi si avverte maggiormente l’urgenza di percepirlo per sé. Non si tratta di spolverare formule, non esiste una formula magica. Si tratta piuttosto di spalancare il cuore perché ciò che unisce non deve essere la paura ma l’essere abbracciati dall’amore che ci ha creati e che continuamente ci ricrea. È questo che fa uscire dall’isolamento e rende più responsabili gli uni verso gli altri.

Fino al 3 aprile è stato stabilito che non ci saranno celebrazioni di alcun tipo per evitare assembramenti, misure che rispetteremo per quel senso di responsabilità già richiamato. Questo tempo sia veramente quel tempo di grazia e di misericordia proprio della quaresima, anche se vissuta in modo diverso e inaspettato. È forse questo il tratto più sorprendente, proprio perché non voluto, né cercato, ma inaspettato per non dire imposto, esso ci sorprende per farci apprezzare quel grande dono che è la fede.

In Parrocchia non ci saranno dirette streaming, ci sono già tanti canali che trasmettono la santa Messa, ma ogni giorno sarà celebrata la Messa a porte chiuse nella chiesa di San Nicola portando in essa le preoccupazioni e le intenzioni di tutti così che la preghiera rafforzi il legame con Cristo e tra noi perché questo tempo, quando finirà, non lasci un vuoto ma la gioia di vivere e di ricominciare insieme e con entusiasmo.

Don Natale Ioculano

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