LADY DIANA SPENCER… 31 agosto 1997
Questo articolo l’ho pubblicato nel mio Osservatorio, su Proposte nel mese di settembre del 1997… ritengo ancora attualissimo quanto ho scritto, a caldo, al momento della morte di Diana…
LADY DIANA SPENCER
Abbiamo visto, nei giorni scorsi, che non c’è stato giornale che non ha consumato litri e litri di inchiostro per descrivere la morte della sfortunata principessa Diana.
Ho letto come, secondo il buon gusto, dei morti non si deve parlare che bene. Sacrosanto, ha scritto qualche cronista, lady Diana meritava tutto il rispetto, la simpatia e l’affetto anche prima del tragico incidente… dopo merita solo compassione per quella brutta morte.
Mi piace riportare alcuni stralci di un “razionale” articolo di Antonio Socci che ha avuto l’intelligenza di impedire la deificazione di una ragazza che ha il diritto di essere amata dai suoi cari per quello che era: una madre, un’amica, forse anche una principessa… ma Dio in terra no.
Vediamo l’articolo: “Un gigantesco, planetario, anche indecente ‘Esageriamo!’ sembra aver tarantolato le folle e i mass media e alla fine ne è venuto fuori un orrendo accartocciamento fumante di incenso, aggettivi ed iperboli… Certo anche Lady Diana, poveretta, ebbe i suoi drammi, le sue sofferenze… è la vita che è così. Ma si è appreso dai giornali che Lady Diana è una donna che la sfortuna, in vita, ha voluto perseguitare… Tutto sommato ci sono cinque miliardi di persone sul pianeta che preferirebbero quella sfortuna alla loro sorte, a una malattia, a un lavoro così, ai bilanci familiari che non quadrano, per non dire della miseria (è vero che i soldi non fanno la felicità, ma figuratevi la miseria).
Sarà stata una principessa ‘infelice’, ma i giornali, con la retorica dei dolori della giovane Diana, finiscono col ribaltare i parametri del buonsenso finora in vigore: sembra quasi che la piccola fiammiferaia, quella divorata dal freddo e dalla fame, abbia avuto una fortuna sfacciata. Mentre ad una povera principessa infelice questa estate era toccato di fare quattro o cinque crociere in un mese, passare da yacht favolosi a jet personali, da hotel principeschi a spiagge e ristoranti esclusivi. Quanto doveva essere disperata, sospira la stampa. Per la verità lei alle amiche confessava ‘Come sono felice’. E’ vero, era anche generosa, essendo ricchissima. Ma di qui a farne un simbolo di santità ce ne dovrebbe correre…”. Duro questo giudizio… ma profondamente vero. Come quello di quell’altro cronista che si chiedeva: “Dove va il mondo, se anche la morte diventa rosa? I funerali di Lady Diana sono stati organizzati in modo da togliere peso al dolore trasformandolo in sogno… E così l’unica cosa ancora seria della vita, che è la morte, sarà incipriata anch’essa nella favola…”.
Non so cosa aggiungere su questa sfortunata ragazza… tanto per lei ormai non si può fare niente, la vita è andata, su ogni discorso regna l’umana impotenza. Chi può preghi per questa ragazza, che possa godere adesso di quella pace e tranquillità che in terra gli è stata negata. Forse è l’unica cosa seria che si può ancora fare…