Michele Scozzarra Web Page Blog
E’ appunto per questo che io, che regolarmente riesco ad abbracciare delle cause perse, in questo Natale dell’Anno del Signore 2016 voglio rivolgere il mio pensiero ai grandi perdenti dei nostri giorni: penso ai malati abbandonati in casa e nelle corsie di ospedale… penso alla solitudine di tanti nostri anziani ed anche di tantissimi giovani, alle ansie e mortificazioni di tanti genitori per i loro figli… penso allo scoramento e alla disperazione dei disoccupati, alle frustrazioni di tanti giovani che non riescono ad inserirsi nella società… penso ai tanti cristiani perseguitati e uccisi ingiustamente in tutto il mondo.
Ma voglio anche cercare di andare un po’ più in profondità e arrivare al cuore di questa tradizione: il suo cuore è la fede, è l’amore. Fare il Presepio, infatti, prima di tutto è un atto di fede nel mistero dell’Incarnazione, nel mistero di Dio che si fa carne, uomo come noi.
Nonostante la paura della crisi e la coltre di oscurità che sembra non ci voglia dare alcuna via d’uscita, raccolti attorno al Presepio, anche a noi giunge la voce incoraggiante del profeta Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”.
Penso che il Natale non viene solo per mangiare il panettone, per giocare a carte o per esaurirci alla ricerca di regali inutili per chi li fa, tanto per chi li riceve. Il Natale “riaccade”, sempre allo stesso modo da più di duemila anni, per darci una scossa, a non sprecare la nostra vita, a non dimenticarci, soprattutto, di tutte quelle piccole cose che rendono la vita bella e degna di essere vissuta, e per permetterci di aprire gli occhi e avere la possibilità di godere della bellezza che abbiamo intorno.
vorremmo vedere lì, davanti ai nostri occhi, come per miracolo materializzato e presente al nostro banchetto, qualcuno con il quale non c’è stato tempo per comprendersi, capirsi, perdonarsi… qualcuno che la memoria rende ancora più presente nonostante la sua assenza!
Lo vedevo salire,con molta calma, sembrava quasi volesse andare controcorrente. “Dio non si svela che agli umili…”, continuavo ancora a sentire queste parole riprendendo la mia strada… mentre il fiume scorreva lento e placido che sembrava una poesia: per arrotondare e levigare il più piccolo di quei sassi ci son voluti mille anni. E fra mille anni, forse, si correrà a mille chilometri l’ora e chissà quale altra scoperta si sarà raggiunta. E per fare cosa… per arrivare a Natale e rimanere a bocca aperta davanti allo stesso Bambinello che, da duemila anni, riempie di calore e stupore l’intimità delle nostre case e dei nostri affetti.
Umberto Di Stilo, ne “Il mio Natale” è stato capace di presentare delle persone vere e concrete, rispettandone fino in fondo ogni semplice e peculiare caratteristica, e la sua penna s’intinge, ad ogni riga, nel tenue inchiostro della misericordia
Il presepio rappresenta un grande Mistero: dietro ogni scena c’è la Chiesa con tutti i suoi misteri, capaci di far riaffiorare nell’animo ricordi ancestrali, attese, speranze mai sopite… si avverte che quello che è accaduto più di duemila anni addietro, miracolosamente, continua ancora ad accadere ancora oggi…
Quest’anno, dal 18 dicembre in poi, con l’arrivo di Babbo Natale sulla sua incantevole slitta, nella Villa comunale, grazie all’iniziativa dell’attivo gruppo galatrese “Pro-muoviamoci”, insieme all’Associazione “Santa Claus di Galatro”, metterà le tende il “Villaggio di Babbo Natale”: incanto e fantasia si mescoleranno nella più magica delle ricette, nel paradiso dei bimbi, e anche dei grandi, che rivivranno la meraviglia della presenza di Babbo Natale.
Però, a pensarci bene, quale stupore, se un giorno, anche noi, come un personaggio nato dalla fantasia del grande Giovannino Guareschi, tra la nostra disordinata posta notiamo una lettera, con la nostra carta intestata, respinta al mittente: una semplice letterina scritta con una scrittura infantile, indirizzata semplicemente: “Al bambino Gesù”. Naturalmente con un timbro applicato sulla busta: “Respinta al mittente per indirizzo insufficiente”.