PERCHE’ MI SONO DOMANDATO “DOVE STA ANDANDO LA CHIESA…”

Le discussioni sulla Chiesa sono sottili ma non inutili. In tutta la confusione della spensieratezza che va sotto il nome di “pensiero moderno”, non c’è nulla forse di così stupendamente stupido quanto il detto comune: “La religione non può mai dipendere da minuziose dispute di dottrina“. Sarebbe lo stesso affermare che la vita umana non può mai dipendere da minuziose dispute di medicina. Questo lo affermava Chesterton, sempre più attualissimo in tempi di confusione generale come i nostri, nel bellissimo articolo “Il capello spaccato in quattro”: “Non vogliamo teologi che spacchino capelli in quattro”, sarebbe forse d’avviso di aggiungere: “e non vogliamo dei chirurghi che dividano filamenti ancora più sottili”. È un fatto che molti individui oggi sarebbero morti se i loro medici non si fossero soffermati sulle minime sfumature della propria scienza: ed è altrettanto un fatto che la civiltà europea oggi sarebbe morta se i suoi dottori di teologia non avessero argomentato sulle più sottili distinzioni di dottrina. Nessuno scriverà mai una Storia d’Europa un po’ logica finché non riconoscerà il valore dei Concili, della Chiesa, quelle collaborazioni vaste e competenti che ebbero per scopo di investigare mille e mille pensieri diversi per trovare quello unico della Chiesa”.

Voglio inserire questa premessa come “cornice” alle considerazioni che andrò a fare, sulle tante discussioni che ho avuto in seguito alla pubblicazione del mio articolo “Dove sta andando la Chiesa…”. A fronte di tanti lusinghieri giudizi (“L’avevo letto ieri sul tuo sito e mi era piaciuto molto, lo condivido totalmente” – “Bello l’articolo… Ed è profondamente vero…” – “Pura e santa verità” – “Vero!!!” – “Un grande articolo… però spero che tu non abbia ragione fino in fondo. Un abbraccio da uno che purtroppo non ha ricevuto la Grazia di credere ciecamente” – “Grazie della bella e profonda riflessione che condivido in toto!” – “Come sempre, hai perfettamente colto l’essenza” -)… Altri interventi sono stati delle vere e proprie domande su quanto avevo scritto: “Ciao Michele ho letto il tuo articolo. Condivido alcune parti di questa tua analisi ma sinceramente non saprei dirti se è così diffusa come tu dici questa eresia pelagiana nella chiesa d’oggi. Non nego che non ci sia insieme a tanti altri mali di cui il peggiore a mio avviso è la mancanza di unità e questo continuo guardarsi in cagnesco tra noi cattolici e il continuo e asfissiante polemizzare su tutto, anche contro il Papa”. E ancora un caro amico, in maniera più precisa, mi chiede: “Carissimo Michele ho letto e riletto il tuo articolo ma è come se mancasse qualcosa, tipo la domanda o il fatto che provoca il tuo giudizio. Si può pensare a un attacco al magistero di papa Francesco ma poi condanni il neo pelagianesimo come fa anche papa Francesco in due documenti e in più discorsi. Comunque dopo averlo riletto più volte sono sempre rimasto col non capire la domanda che ha fatto sorgere l’articolo”.

 Ho evidenziato ai miei amici che assolutamente non ho voluto attaccare nessuno, tanto meno papa Francesco… ma come è stato rilevato, se l’articolo manca di qualcosa, questo “qualcosa” è da individuare nel “non capire la domanda che ha fatto sorgere l’articolo”.  Infatti, ciò che lo ha fatto scaturire (gli appunti, anche se pubblicati adesso, sono di una decina di anni addietro) è una discussione avuta con un amico (più o meno subito dopo l’elezione di Benedetto XVI) sulla Chiesa, anzi sulla visione che tanti hanno della Chiesa che, sicuramente, è qualcosa “d’altro” rispetto all’impegno sociale e alla vicinanza ai poveri. Non si può sempre dire tutto e il suo contrario parlando di Cristianesimo e di Chiesa Cattolica: lo segnalava acutamente già un secolo fa Gilbert Keith Chesterton, in un libro straordinario, scritto prima del suo ingresso nel cattolicesimo dal titolo “Ortodossia”.

Chesterton cominciò ad interessarsi alla Chiesa proprio annotando come fosse accusata di tutto e di più in contemporanea: immorale e troppo moralista; pauperista e ricca, antiprogressista e mondana, troppo materialista e troppo spirituale. Conveniva che una realtà accusata di tutte queste antinomie doveva essere una ben strana cosa. Valeva la pena capire qualcosa di più. E così si convertì, usando la logica. O meglio, la ragione.

Ma, volendo esemplificare nell’oggi quanto sto dicendo, arriviamo a dei paradossi. La Chiesa è colpevole, secondo molti, di oscurantismo, di rigidezza etica, di integralismo dogmatico: pensiamo alle questioni sessuali, alla fecondazione, ai matrimoni, ecc. Ora, gli stessi accusano normalmente proprio la Chiesa Cattolica di essere la causa, col suo “perdonismo” ad esempio, della supposta rilassatezza morale degli italiani o dei latini in genere. Gli stessi che la ripulsano per la sua etica, la vogliono però buona agenzia sociale, moralizzatrice anti razzisti, produttrice di multiculturalismo e di buona etica sociale.

Sono questioni riesplose con il pontificato di  Papa Woityla e di Papa Ratzinger, prima ancora che con il pontificato di Papa Francesco. Vogliono la Chiesa morale quando è proprio per la morale che l’accusano. Bisogna si mettano d’accordo. La Chiesa non può essere l’uno e l’altro. In contemporanea. Repressiva e lassista. Dogmatica e troppo tollerante. Mondana e spirituale. E’ il caso di usare la logica e di farsi qualche domanda in più. La Chiesa è, molto probabilmente, qualcosa d’altro… Già la Chiesa è, SICURAMENTE, qualcosa d’altro…!

Dopo queste riflessioni, già inviate al caro amico che mi ha chiesto cosa ha fatto sorgere l’articolo, la sua risposta è stata: “Quanto hai scritto sopra è la parte che fa capire l’articolo e a me mancava, grazie”.

Vedi anche: https://www.michelescozzarra.it/dove-sta-andando-la-chiesa/

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