PICCOLO CONTRIBUTO SUL SIGNIFICATO DEL GIUBILEO… CON UN VECCHIO SCRITTO DEL PROF. FRANCO CARDINI

Il Giubileo 2025 è stato aperto dal Papa ufficialmente il 24 dicembre 2024, con il rito di Apertura della Porta Santa della Basilica Papale di San Pietro. Oggi, 29 dicembre 2024, in comunione con il Santo Padre e la Chiesa universale, ci sarà l’apertura dell’Anno Giubilare nella nostra Diocesi, nella Chiesa Cattedrale in Oppido Mamertina da parte del vescovo mons. Giuseppe Alberti. La tradizione cristiana ha inteso il Giubileo come “remissionis annus”, l’anno del generale perdono e del ritorno ciclico al primitivo equilibrio: non v’era patrimonio, non differenza sociale, non sperequazione, che ogni cinquant’anni non venissero azzerati: “Conterai sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni: queste settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni… Dichiarerete Santo il cinquantesimo anno…”. Anche la terra, in quell’anno avrebbe riposato e si sarebbe rinnovata e redenta. Sono sicuramente tanti gli articoli che andremo a leggere, durante questo anno, sul Giubileo voluto da Papa Francesco, Pellegrini di speranza, per questo mi piace riportare una considerazione dello storico prof. Franco Cardini, fatta alla vigilia del Giubileo del 2000 che, mette a fuoco degli aspetti che in tanti, forse, anche nel Giubileo del 2025 vorrebbero mettere da parte.

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IL TESTO DEL PROF. FRANCO CARDINI SCRITTO PER IL GIUBILEO DEL 2000

Che cosa sarà del Giubileo del 2000, quello che aprirà il terzo millennio? Si parla e si polemizza sull’immagine, apocalittica è il caso di dirlo, dei milioni di turisti che invaderanno la Capitale. Milioni di posti letto e di coperti in tavola: inclusi rabelaisiani di montagne di pizze, di valli di hamburger, fiumi di coca e di birra. Orrore di ingorghi stradali, immense distese d’immondizia; e ancora colate di cemento, ingorghi stradali e aeroportuali, palazzi, palazzacci e palazzinari. E corruzione, perché droga e sesso impazzano tra la folla. Lo si sapeva anche nel Medioevo. Due proverbi diffusi tra i pellegrini suonavano così: ‘Chi va spesso in pellegrinaggio, si santifica di rado’; e per le donne: ‘Partita pellegrina, tornata puttana’. Niente di nuovo sotto il sole. Per venire incontro alle esigenze di parecchie decine di migliaia di pellegrini che invasero una città abituata da poche migliaia di persone, settecento anni fa, Bonifacio VIII s’inventò addirittura la disciplina del traffico: tutti quelli che transitavano per il Ponte Sant’Angelo verso San Pietro dovevano tenere la destra, tutti quelli che ne tornavano la sinistra. Ovvio, per noi. Stupefacente e rivoluzionario per il XIII secolo.

E i cronisti del tempo ci parlano di quell’umanità sempre uguale. Chi fece affari d’oro durante il Giubileo? Gli osti, gli usurai, i truffatori, le puttane. E i preti, naturalmente. Poveri quelli che pensano di scandalizzare qualcuno sostenendo che a Roma si dovranno distribuire i preservativi durante l’Anno Santo. Ingenui quelli che, ricordando la manzoniana peste di Milano, strepidano che l’accorrere di troppa gente in un punto solo è causa di violenza e di diffondersi di malattie contagiose. Il che vale per i Giubilei, i bagni nel Sacro Gange, i bagni sulla profana Riviera Adriatica, i comizi, i sabati in discoteca, le Feste dell’Unità, i raduni politici in Piazza San Giovanni ed i concerti rock. Ma i benefici del 1300, al di là di bazzecole quali l’invenzione del Rinascimento, non si calcolano. Nessuno potrà mai scrivere (anche perché non facevano, non fanno notizia) le migliaia di storie vere e sincere di bontà, di altruismo, di perdono; nessuno potrà contare i passi di gente che si volgeva a Roma dopo una vita malvagia, di chi cercava e trovava aiuto e conforto. Queste cose le vediamo di continuo, da Lourdes a Fatima, da Loreto a San Giovanni Rotondo: e fingiamo che non esistano, che non contino nulla… ce ne freghiamo.

Mi chiedo che cosa, sul serio, si stia facendo per far capire alla gente (ai romani, ai turisti di adesso, ai pellegrini-turisti del 2000) che cosa sia il Giubileo; che cosa verranno, o dovrebbero venir, a fare a Roma in tanti milioni. Masticheranno hamburger, s’avveleneranno di coca, faranno la coda davanti a Musei e Santuari, verranno palpeggiati e borseggiati, violentati e qualcuno anche ammazzato. Come nel Trecento. Compreranno magliette e ombrellini bianco-gialli, gadget e porcherie varie. Moltissimi beccheranno la colite, molti l’Aids. Quello che in qualcuno di loro scoppierà dentro, il Niagara del pianto, l’Apocalisse del perdono, il sole ruggente che si sente dentro la prima volta che si vede il Cristo della Sistina, la voglia di cadere in ginocchio davanti ai mosaici di San Clemente, se si ha la grazia di vederli in un momento di calma e silenzio: quella è una Storia che nessuno scriverà. Eppure bisognerà pur spiegarglielo, a quelli che vengono per l’Anno Santo, che cosa ci vengono a fare…”.

Spero che siano in tanti i cattolici che non si vergognino di spiegare che il Giubileo serve per pregare… ed a ben guardare sono tanti i motivi che ci spingono a pensare, che ne abbiamo proprio bisogno…

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