NOTIZIE CHE FANNO RIDERE, SE NON FACESSERO PIANGERE…
Molto tempo addietro ho letto sulla pagina Facebook dell’amica Maria Angotti (di origini galatresi anche se abita a Sanremo) questa notizia ripresa da un quotidiano sanremese a firma di Carlo Alessi: “Sanremo: pensionato ripulisce il parco di Villa Peppina e viene multato per aver lasciato il sacco dell’immondizia”. Di seguito la lettera scritta alla redazione del giornale per raccontare l’accaduto: “Sono un pensionato di 68 anni di Sanremo e tempo fa ho accompagnato il mio nipotino al parco di Villa Peppina, in corso Inglesi. Dopo 8 ore seduto a scuola aveva proprio voglia di correre un po’ e ho trovato una situazione davvero desolante: sporcizia dappertutto, reti che delimitano il campetto da basket rotte ed anche pericolose a causa dei vari spuntoni di ferro. Un giorno sono venuti due vigili che, avendo constatato la sporcizia che regnava, hanno provveduto a fare ripulire il campetto. Dopo un po’ di tempo, tutto nuovamente come prima e sporcizia ovunque. Ho pensato di impegnarmi personalmente, in fondo se ognuno di noi facesse qualcosa per l’ambiente, la situazione sarebbe sicuramente migliore.
Ho riparato come potevo la rete, affinché le maglie dei bambini non rimanessero attaccate e quindi non si facessero male; con mia moglie ho fatto il giro del parco raccogliendo di tutto: mascherine, lattine, bottiglie rotte, vasetti di plastica, accendini, involucri delle merendine, palloni rotti, fazzoletti di carta. Abbiamo messo tutto in un sacco nero per la raccolta indifferenziata che mi ero portato da casa, l’ho chiuso bene e l’ho lasciato vicino ad un contenitore piccolo nel parco, purtroppo già strapieno di altra spazzatura. Non mi aspettavo certo un grazie da nessuno ma per la verità, nemmeno una multa. Mi è infatti arrivata una sanzione da 114 euro perché la Polizia Municipale, osservando il sacco della spazzatura, ha notato che sullo stesso era impresso il nostro identificativo. Per quale ragione avrei dovuto portare la spazzatura in quel luogo, ho i bidoni sotto casa! Secondo la Polizia Municipale quindi mi sarei caricato quel grosso e pesante sacco sulle spalle lungo la mulattiera e per centinaia di metri per lasciarlo lì e questo chiaramente prima delle 18 (orario chiusura) quando il parco è quindi frequentato. Purtroppo personalmente questo non è accettabile e quindi farò tutto quanto nelle mie possibilità, non solo affinché questa multa sia cancellata, ma affinché chi ha omesso di agire come sarebbe logico, sia una volta per sempre richiamato all’ordine”.
Questo fatto mi ha ricordato un articolo che ho scritto moltissimi anni fa, nella rubrica Osservatorio che tenevo su “Proposte”. Oggi, così come allora, mi sono domandato come a leggere di alcuni fatti non si sa se piangere o ridere… Mi è successo, scrivevo su Proposte, di leggere di un signore (tale Andrea Maranca di Firenze) che su un autobus affollato di gente, si accorse che un ladro si era impossessato del portafoglio di una signora cieca. Qualificatosi come brigadiere dei carabinieri, blocca il ladro e lo consegna al più vicino comando dell’Arma. La donna ritorna in possesso del suo portafoglio, il ladro viene denunciato a piede libero per furto aggravato ed il signor Maranca viene arrestato “per usurpazione di pubbliche funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria”. Viene anche perquisito e trovato in possesso di una pistola-giocattolo comprata per il nipotino, priva del regolare tappo rosso sulla canna. Di qui l’arresto e la condanna ad otto mesi di reclusione.
Sembra una barzelletta, invece è un fatto di cronaca accaduto a Firenze sull’autobus n. 17. In altri tempi, non molto lontani, questo signore sarebbe stato proposto per un premio della bontà e additato come esempio a grandi e piccoli. Oggi, invece, no! Scrivevo nel vecchio articolo che oggi, per le cose grosse non si sa, ma per le cose piccole si deve pagare. Ad esempio, per un voto alla Madonna, tre cittadini di Mestre hanno dovuto pagare un milione di multa. Il Pretore di Mestre ha condannato, Luciano Ongaro, Alfonso Franceschi e Guerrino Bedini, per occupazione abusiva di suolo pubblico. Fino a 13 anni prima quell’area era ridotta a discarica di materiale edile e, l’intraprendenza dei tre imputati, l’ha trasformata in un giardino fertile e ben curato. Alla morte della moglie dell’Ongaro, per tenere fede ad un voto fatto, questi d’accordo con i due amici ha acquistato una Madonnina e l’ha installata in mezzo all’orto. Piano piano, la gente del quartiere ha cominciato a frequentare e tenere in perfetto ordine quel luogo. Fino a quando, su denuncia dell’ufficio tecnico comunale è partito l’avviso di citazione in giudizio e la condanna del Pretore. C’è da restare atterriti… episodi come questi, terribili nella loro essenza, evidenziano i rischi che si corrono a far prevalere, in maniera assoluta, la forma sulla sostanza… purtroppo non sono i soli. Già il vecchio ed arcaico diritto romano, in tal senso, sapientemente ammoniva che “summum ius, summa iniuria”.
Non vado oltre…