UN CARNEVALE CHE NON C’E’ PIU’… PERCHE’ OGGI E’ SEMPRE CARNEVALE

Un tempo il periodo di Carnevale, nella nostra Galatro così come un pò ovunque, era un qualcosa di preciso, nei contenuti e nel tempo… riguardava solo “determinati” giorni e si sviluppava con “determinate” modalità. Si usava mascherarsi, per molti versi abbruttirsi, dal giovedì grasso al martedì successivo: non erano solo i bambini ad andare in giro per le strade buie, tirando fuori dal guardaroba di famiglia vecchi abiti smessi, forse appartenuti a più generazioni…

Il ridicolo doveva prevalere: più ci si presentava bizzarri e strani e più si aveva successo. Venivano creati dei personaggi al di fuori della normale realtà della vita quotidiana, fatti vivere per qualche giorno, o per qualche ora, in una letizia buffa, spensierata e… mascherata.

Non era raro il caso di tante madri che trasferivano nell’abbigliamento dei figli, il loro desiderio di evasione e di trasgressione… evasione da una società (e quindi di tutto uno stile di vita!) in cui tutto era già stato da tempo definito, dai rapporti sociali agli affetti, dall’abbigliamento al costume sessuale, ecc. ecc. Solo in “quei determinati” giorni si era liberi di vestirsi in modo bizzarro e dare libero sfogo a tanti desideri “nascosti”, senza alcuna preoccupazione di sorta.

Nella tradizione cattolica Carnevale sta per ‘carnem levare’, levare la carne: è il periodo che precede la Quaresima, tempo di penitenza e di astensione dalla carne. Con il passare del tempo, il Carnevale ha perso i suoi significati propiziatori e religiosi ed ha assunto caratteri più popolari e burleschi. Ma dello spirito antico del Carnevale, col passare del tempo, è sempre rimasto il carattere di evasione e di liberazione, con il gusto del travestimento, lo scherno dell’autorità e l’autoderisione… Carnevale  è visto ancora, nonostante tutto, come il tempo del cambiamento di personalità, il periodo  in cui possiamo permetterci di presentarci come vorremmo essere: ora burleschi e teatrali, ora smitizzanti ed eroi… Il tempo in cui, almeno una volta, anche se illusoriamente, possiamo vivere le sembianze di un personaggio o un ruolo che pensiamo non raggiungibile.

E… oggi siamo sicuri che è ancora così? Oggi è diverso, e non solo per quello che ho scritto prima… guardandoci intorno possiamo benissimo notare come oggi è proprio molto diverso… verrebbe voglia di scrivere: “oggi è sempre carnevale!”… siamo liberi di fare e di vestire senza alcun limite e senza alcun ritegno in tutti i giorni dell’anno, per cui quando arrivano i giorni del Carnevale, nessuna meraviglia se nessuno se ne accorge, sono come tutti gli altri giorni, dove per trasgredire e mascherarsi non c’è bisogno di aspettare i giorni di Carnevale. Infatti, in questi giorni di Carnevale, le strade dei nostri paesi sono vuote… non c’è nessun segno di quella goliardica e mascherata allegria che in tanti ancora, simpaticamente, ricordiamo.

Come a Carnevale, ci vestiamo ogni giorno come vogliamo, spendendo un patrimonio per il desiderio di emergere in questa nostra realtà imprevedibile e carnevalesca, dove giornalmente ci troviamo a combattere l’eterna e pirandelliana lotta tra la finzione e la realtà, nella quale anche il più piccolo dei nostri paesi, si rivela come un grande teatro.

Insomma, per molti, anzi moltissimi, nei nostri paesi, è carnevale tutti i giorni. Si vive senza alcun entusiasmo, senza alcun senso, senza alcun significato, si vive un carnevale quotidiano… e gli anni rantolano, uno dopo l’altro, senza scopo e significato, verso la fine… E così ci si illude di trovare la pace rifugiandosi in un carnevale nel carnevale della vita, magari ripercorrendo le “maschere” di quando si era bambini, dimenticando, volutamente o meno, di cercare di dare un senso ai giorni che passano, di dare un senso ad una vita che scorre, carnevalescamente, come un uomo che cammina a caso, senza alcuna meta, per perdersi nel nulla e non lasciare alcuna traccia…

Per questo quando arriva Carnevale… è un giorno come tutti gli altri…

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