VALORIZZARE IL NOSTRO PATRIMONIO ARTISTICO
Galatro è un paese straordinario di cui però, i galatresi non sanno quasi niente… anche se è grande la voglia di ascoltare e di sapere, per come dimostrano gli incontri, affollatissimi, come quelli in cui Umberto Di Stilo ha parlato di Galatro.
Oggi, purtroppo, dobbiamo riconoscere che non possiamo non descrivere il nostro paese come un punto fermo su se stesso, che a fronte dei nuovi problemi che si presentano resta, non solo culturalmente, bloccato sui fantasmi di un passato ormai dissolto… ma sembra che non si capisca più dove il paese vuole andare!
Se questo è vero, perché negare, come, per chi scrive, è una soddisfazione non da poco il notare la curiosità e l’interesse che suscitano, tanti miei servizi che si occupano, prevalentemente, di argomenti “locali”: sono state proprio tante le persone, che in questi ultimi giorni, mi hanno contattato per parlare del mio articolo sulla “quieta antica bellezza del nostro Paese”…
A queste persone, ma anche ad altre, voglio consigliare di provare ad andare in giro per i vari quartieri del nostro paese (io l’ho fatto diverse volte!), con penna e taccuino in tasca e macchina fotografica in mano, per sperimentare di quante cose nuove ci si accorge… anche di quelle che ci rimbalzano davanti, ogni giorno, con una evidenza straordinaria.
Certamente, la realtà dei nostri paesi va compresa e “decifrata” di nuovo, perché le cose accadono più rapidamente di quanto pensiamo e, può capitare di scoprire come i nostri paesi sono molto diversi da come li avevamo immaginati (emblematico di questo è la mia lettera a Guerino De Masi pubblicata su questo sito qualche anno addietro!).
La ragione di tutto questo è che il nostro immaginario è vecchio, mentre la realtà che ci si prospetta davanti ogni giorno è nuova ed è sempre in continuo cambiamento.
Per questo, anche perché pensiamo di conoscere a memoria quanto esiste nel nostro paese, mi piace riportare un mio vecchio articolo pubblicato su CalabriaEuropa nel gennaio del 1993, come contributo alla conoscenza di un ricco, quanto sconosciuto, patrimonio artistico presente nei nostri paesi.
NELLE STRADE E DIETRO GLI INTONACI
QUANTI TESORI DA “SCOPRIRE”
Parlare della “difficile situazione” in cui versa il patrimonio artistico monumentale della Calabria, non è difficile… pensando allo stato decadente ed all’incuria, in cui sono tenute molte opere d’arte, si potrebbe scrivere un’enciclopedia.
Chi di noi non si è trovato, almeno una volta, di fronte ad un’opera d’arte abbandonata tra l’apatia e l’indifferenza generale?…
Eppure il ricchissimo patrimonio artistico della nostra Regione rappresenta, accanto alle bellezze naturali e paesaggistiche, un elemento di richiamo, non solo turistico, di enorme importanza.
Tuttavia, oltre ai casi di “abbandono”, non mancano i casi di opere “nascoste”, note solo a pochi cultori e appassionati, ma quasi sempre sconosciute ai più. Pochi sapevano, per esempio, dell’esistenza di una Statua di Gesù nel retro della Chiesa di San Nicola a Galatro.
Non riuscivo a spiegarmi perché‚ tante donne anziane, passando nel retro della Chiesa facevano il segno della Croce… oppure il senso di alcune espressioni tipo: “Hanno cacciato il quadro…”.
Ci sono voluti più di 45 anni (da quando “il quadro” di Gesù è stato letteralmente murato) perché‚ qualcuno pensasse di restituirlo alla luce. Piano piano, con tanta pazienza, gli scalpellini hanno tirato fuori, da dietro gli intonaci, tutto il materiale che ricopriva l’opera…
Scoperta, questa, forse, di scarso rilievo… ma quanta tristezza, se si pensa che questo è solo uno dei tantissimi esempi che possiamo portare a testimonianza del degrado in cui siamo caduti…
Quanti altri scempi, come questo, o peggio di questo, sono stati (e lo sono tuttora!) perpetrati in Calabria?… Quante Chiese pericolanti, in rovina ma ancora salvabili, strutture e scheletri di antiche borgate, affreschi, cappelle, edicole sono lasciate in un abbandono quasi sempre colpevole, spesso in uno stato di decadimento non molto lontano dalla totale distruzione.
Sicuramente molte altre cose, di particolare interesse, si potrebbero segnalare… ma non ci muoveremo di un millimetro, a mio parere, se della bellezza delle scoperte, piccole o grandi che siano, non riusciamo a comprendere e valorizzare il grande patrimonio di cultura che ci è stato tramandato.
Non importa se queste opere abbiano o meno un “valore inestimabile”, l’importante è che delle ricchezze così grandi di cultura e civiltà, generate nei secoli passati, non vadano perdute ma siano restituite al presente.
E, con la crisi di valori e significato, imperante di questi tempi, ci sono tutte le ragioni per pensare che un simile lavoro, che lega direttamente il passato al futuro, non è una cosa da poco…!