VERSO IL SUICIDIO, CON L’AIUTO DEI “RESPONSABILI”…

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Oggi, sempre più frequentemente, viene prospettata la necessità di accordi politici “generali”, da stipulare tra le diverse componenti del parlamento, come indispensabile premessa agli interventi necessari a favorire il “ristabilimento” di una situazione politica, sociale ed economica ormai allo sfascio totale. La richiesta di questi “interventi responsabili” è il sintomo di un deterioramento del quadro politico tale da dover richiedere una revisione “responsabile” per un migliore funzionamento della macchina statale (secondo alcuni) per prolungare il mantenimento della “poltrona” e degli annessi privilegi (secondo altri).

Sottilmente questi inviti “ai responsabili”, di fatto, rendono ancora più marcato il volto più noto della vecchia partitocrazia, che non è stata affatto sconfitta ma, come “l’araba fenice” è rinata dalle sue ceneri attraverso clientele e favoritismi, non diversi da quelli che si ritenevano appartenere al passato. La gente comune continua lo stesso, ancora oggi, nonostante tutti i problemi che si affacciano all’orizzonte (dal coronavirus al lavoro, tanto per citare i più importanti) a non capire il vero senso di questo modo di politica e delle risposte mancanti ai bisogni che oggi bisogna saper affrontare.

Se c’è una cosa che emerge chiaramente, dagli avvenimenti politici di questi giorni, è la distruzione del termine “libertà”. Una situazione come questa non rientrava, neanche come ipotesi paradossale, nella più fervida e fantasiosa immaginazione: tutto concorre a dimostrare, in modo limpido ed inconfutabile, che non ci sono le condizioni per poter guardare ad un futuro più sereno per noi e la nostra Nazione. Nobilitando molto le cose potremmo riprendere quel discorso che Lucio Sergio Catilina nel 62 a.C. pronunciò, davanti ai congiurati, contro le oligarchie che, dietro il paravento di una Repubblica e di una democrazia ridotte a parodia, opprimevano il popolo: “Ora che il governo della Repubblica è caduto nel pieno arbitrio di pochi prepotenti, re e tetrarchi sono divenuti vassalli loro, a loro popoli e nazioni pagano i tributi; noi altri tutti, valorosi, valenti, nobili e plebei, non fummo che volgo, senza considerazione, senza autorità, schiavi di coloro cui faremmo paura sol che la democrazia esistesse davvero“.

Dobbiamo fermarci a ragionare su che cosa significhi davvero la parola “libertà”, e sul fatto che questa non può essere facilmente annullata dagli interessi di “pochi”, perché l’alternativa ad una scelta di libertà, in questo momento, per il nostro Paese potrebbe essere davvero un suicidio. Non so quale segnale attendere da chi si accingerà al non facile compito, di governare il nostro Paese: i punti di riferimento tradizionali sono venuti meno e serpeggia l’impressione che, se è vero che in tanti non sanno stare all’opposizione, è ancora peggio constatare che, dall’altro lato, non sanno assolutamente tenere le redini della maggioranza e del governo. Siamo arrivati al punto che in Italia vige la regola del “due pesi e due misure”, con tante idiozie che non dovrebbero essere tenute in conto più di tanto, perché non è questo il momento di riaprire vecchi e, purtroppo, irrisolvibili problemi e polemiche, perché anche se nessuno sembra accorgersene, ogni giorno muoiono centinaia e centinaia di persone.

E anche se, la Storia insegna che, prima o poi, tutti i nodi vengono al pettine, oggi possiamo solo pregare che il Signore ce la mandi buona!

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